03 novembre 2021

Circa un anno fa, quando abbiamo
iniziato questa rubrica, avevo parlato dell’opportunità di aggiornare le
procedure per lo screening del diabete gestazionale, una condizione clinica che,
secondo le linee guida americane, è definita come diabete che si riscontra per
la prima volta nel secondo o terzo trimestre di gravidanza in persone che non
avevano un diabete di tipo 1 o di tipo 2 pre-esistente alla gravidanza. È una
condizione clinicamente importante perché è stato provato da più parti che il
diabete gestazionale può portare ad un aumento nella morbilità materna e
fetale.
Purtroppo la diagnosi di diabete
gestazionale è fonte di considerevoli controversie, e finora non si è riusciti
ad arrivare a criteri che siano accettati a livello universale. Recentemente
questo argomento è stato ulteriormente dibattuto, ed un importante autore
americano (D. Simmons, Diabetes Care 2021) ha raccomandato di valutare con
attenzione anche gli episodi di iperglicemia antecedenti alla gravidanza, al
fine di poter arrivare ad una diagnosi precoce del diabete gestazionale.
Un gruppo di ricercatori spagnoli
ha da poco effettuato uno studio sperimentale per valutare se la misura della
HbA1c possa essere un biomarcatore del diabete gestazionale, e se
possa essere usato anche come test di screening per evitare la curva da carico
orale di glucosio (Arbiol-Roca et al, Clinical Biochem 2021). Lo studio ha
coinvolto oltre 740 donne in gravidanza, esaminate tra la 24ª e la 28ª settimana
di gestazione. Su di esse veniva misurata l’emoglobina glicata e veniva
effettuato lo screening del diabete gestazionale con la curva da carico orale
di glucosio interpretata secondo i criteri di Carpenter e Coustan. Venivano
quindi calcolati i cut-off per escludere il diabete gestazionale e venivano
calcolate la sensibilità e la specificità del test.
I risultati ottenuti dimostravano
che usando come valore soglia per l’HbA1c 27 mmol/mol (4,6%) non si
avevano falsi negativi, ma questo poteva
ridurre il numero di test di carico orale di glucosio solo del 7,2%. Con un
valore soglia pari a 28 mmol/mol (4,7%) si aveva un falso negativo, mentre
selezionando un valore soglia di 29 mmol/mol (4,8%) si trovavano due falsi
negativi ma circa il 26% nei soggetti non avrebbe avuto bisogno del testo di
carico orale di glucosio.
In conclusione, gli autori hanno
dimostrato che utilizzando l’emoglobina glicata come test di screening per il
diabete gestazionale si può fare a meno della curva da carico orale di
glucosio. Sebbene l’HbA1c non abbia una sufficiente sensibilità e
specificità clinica ai fini diagnostici, l’adozione di una strategia di
screening in combinazione con la OGTT potrebbe risultare in una significativa
diminuzione delle curve da carico da effettuare sulle donne in gravidanza.
Auspichiamo dunque che presto questi risultati possano essere confermati in
altri centri e che la misura della HbA1c possa avere un ruolo
importante anche in questo ambito.
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